“Lascia che tocchi il tuo bel volto…”

Sabato 13 agosto… si parte! Ungheria Slovacchia e Slovenia ci attendono, posti mai visti che nascondono il nostro Tesoro: le Veroniche. Partiamo nella speranza di un “lauto bottino”.
Come sempre mi riduco all’ultimo a fare la valigia che deve essere agile ordinata ed essenziale: macineremo molti km in una settimana, spostandoci di continuo da uno Stato all’altro, da un paese all’altro.
Parto con tanti pensieri e con una bella compagnia (Beppe, Chiara, Diggi e Lella) di cui sono stata profondamente grata.

“Ed ora che ne sarà del mio viaggio?… Un imprevisto è la sola speranza” ma a differenza di quanto dice Montale nella sua poesia non “è stoltezza dirselo”: un Imprevisto è stato davvero la sola speranza: un imprevisto che ha un Volto, sempre diverso – abbiamo visto tantissime Veroniche e ne abbiamo trovate di nuove! Decisamente un lauto bottino! – ma nel profondo sempre uguale: il Suo Volto, davanti al quale tutti i miei pensieri hanno trovato il loro posto.

Ho lasciato tante cose davanti a quei Volti: il papà di un mio carissimo amico che è volato in Paradiso proprio in quei giorni, le preoccupazioni per il lavoro e per certi amici in difficoltà, la mia nipotina, la nostalgia per la mia mamma e per tanti affetti che mi vegliano da Lassù, un’amica che inizierà il cammino nelle suore della San Carlo, la fine della guerra, la grave situazione sociale, tutti i miei amici, le mie preferenze e le mie antipatie, la mia casa… a volte Gli ho lasciato la mia allegria molte altre volte il mio silenzio, i miei errori e la mia incapacità… insomma, piano piano ho tirato fuori dalla valigia della mia vita tante cose che erano finite sul fondo, dimenticate, ed è stato consolante vedere come quel Volto me le ha custodite e restituite ben piegate (molto diversamente da quelle che uscivano dalla mia valigia dell’ultimo minuto… è un Signore anche nel gestire i bagagli!)

Così, come accade quando le cose che fai sono intense e bellissime, la settimana è volata (tutti quei km non mi sono sembrati poi così tanti) e con gli occhi pieni della bellezza del paesaggio, dell’arte, della compagnia, degli incontri fatti, veloci ma significativi, e del buon cibo sono tornata a casa pronta per ricominciare la mia quotidianità fatta di tante cose, tutte disseminate e custodite da quei Volti che sono il Volto di Colui che mi prende per mano e mi accompagna nel cammino della vita che ha preparato per me.

Termino con una poesia di Alda Merini che ho trovato per caso appena tornata:

Lascia che tocchi il tuo bel volto

E che vi legga sopra l’infanzia.

Ci sono dei segni, alcune tracce di lacrime,

alcuni rivi di sangue

Vorrei chiederti quante volte hai pianto

E quante volte hai sorriso.

Sono convinta che fin da bambino la tua pelle si sia contratta

Nello spasimo del dovere verso la vita.                   

A. Merini, Nell’intimità dei Misteri del Mondo

Claudina