
Sabato, 13 agosto
Il volo Ryanair parte da Orio al Serio, lasciamo la macchina al parcheggio P3 e raggiungiamo l’aeroporto con una navetta. A Budapest ritiriamo l’auto che abbiamo noleggiato (il parcheggio doveva essere presso l’aeroporto, invece anche qui ci vengono a prendere con un pullmino e ci portano a 5 minuti di distanza). E si parte!!
In mezz’oretta arriviamo a Budapest e ci dirigiamo alla nostra prima tappa, l’Hungarian National Gallery. Attraversiamo a piedi il quartiere del Castello, sulla collina, recentemente rinnovato, con bastioni imponenti e la bellissima chiesa di S. Mattia (Matyas templom) in cui però non possiamo entrare perché è in corso un matrimonio. Seguendo un buon profumo, troviamo un locale dietro la chiesa e gustiamo hot dog e patatine all’aperto, su tavoli di legno. Proseguiamo la passeggiata fino alla National Gallery, sempre in mezzo a maestosi palazzi. Tutto ha l’aria molto imperiale e, dall’alto, vediamo la città attraversata dal bel Danubio blu. Nel museo la sezione che ci interessa è nella zona D, al primo piano dove sono raccolte molte bellissime pale di altare tardo gotiche. Sono grandissime ed è imparagonabile vederle dal vivo: brillano d’oro e le veroniche sono bellissime. Ne troviamo tre di quelle segnalate in Veronica route; la quarta si può vedere solo se i battenti dell’altare sono chiusi. In questo momento sono aperti e il personale non è autorizzato a chiuderli, forse bisognerebbe scrivere prima al direttore del Museo per farsi autorizzare. Nella predella dell’altare di Sant’Andrea il velo è sostenuto da due angeli in pianto (quello a sinistra dicono che mi assomigli…); anche Gesù piange, ma ci colpisce la profondità dello sguardo, predomina l’amore sul pianto, è uno sguardo che riempie di speranza, fa pensare alle parole: “Ti ho amato di un amore eterno…”.
1512
Riprendiamo l’auto per raggiungere il Belavorosi Plebania Templom. La chiesa è molto antica e in parte ristrutturata (si può salire sulla torre e visitare gli scavi sotterranei, ma noi non avevamo tempo). C’è un parcheggio comodo sotto un ponte. La Veronica si trova dietro l’altare, per accedere al presbiterio bisognerebbe pagare ma non trovando nessun addetto ci siamo infilati.
1500-1530
Raggiungiamo a piedi alla chiesa di Maria Belvaorsi Szent Anna Templom, affidata all’Opus Dei. Dentro c’è la statua di una Veronica, e ne individuiamo un’altra in un affresco in alto a destra; incontriamo il parroco che pensa che il dipinto sia databile tra il 1760 e il 1790. Per la Messa raggiungiamo la chiesa di San Francesco, affidata ai preti della Fraternità San Carlo. Ci presentiamo all’hotel Charles, dove ci suggeriscono un posto carino per cenare, a 200m di distanza, un giardino allestito con panche e lampioncini stile sagra, ottima cena tipica a buon prezzo! Da lontano si vede il Danubio coi palazzi illuminati. L’hotel è bello, solo un po’ rumorose le camere che danno sulla strada principale.






Domenica, 14 agosto
Partenza ore 8.30 dall’hotel Charles. Ci dirigiamo a Estergom (Stringonio), cittadina fortificata sede dell’arcivescovado, dove risiede il primate di Ungheria, attualmente il card. Peter Erdo (amico di don Gius!). Visitiamo il Museo Cristiano (gestito da simpatiche vecchie signore che non sanno l’inglese, ma molto precise e severe: per fotografare bisogna comprare un biglietto aggiuntivo e si viene controllati a vista!). Nel museo ci sono opere molto belle, tante di artisti italiani. Vediamo la Veronica che cercavamo e ne troviamo altre.
1480 ca
Dopo la visita al museo, seguiamo le indicazioni per la Cattedrale: il percorso è panoramico, in salita ma con comodi gradini, è bellissima la vista sul Danubio. La Cattedrale, dedicata a Nostra Signora e Sant’Adalberto, è moderna, ricorda il Pantheon, non ci sono veroniche, è accanto al castello fortificato, che domina la collinetta.
Riprendiamo il viaggio, attraversando il Danubio entriamo in Slovacchia. Ci fermiamo ad acquistare pane e pizze per il pranzo in un paesino che si estende lungo la strada. Ne troviamo molti così, una fila di casette, tipo film western. Giunti a Zeliovce, cerchiamo la chiesa di Szent Jacob. Ci aspettavamo una chiesa antica mentre è stata da poco ristrutturata. Purtroppo, quando finalmente la identifichiamo è chiusa e non troviamo nessuno che ce la possa aprire. Beppe fotografa la Veronica dipinta sul presbiterio attraverso le sbarre del cancello.
1360-90
Dopo pranzo partiamo verso Kraskovo, attraversando una bellissima campagna. Percorriamo parte di quella che è chiamata Gotická cesta (Via Gotica), in mezzo a distese di campi e prati, colline gialle e verdi; ogni tanto lungo la strada troviamo una croce di pietra. Arriviamo a Kraskovo, sulla sommità di una collina c’è la chiesa evangelica. Prima di arrivare contattiamo il sig. Peter, volontario della Gotická cesta che manda una persona ad aprirci la chiesa. La posizione è bellissima, in mezzo ai prati e alle balle di fieno. Il trecentesco velo della Veronica è in alto, al centro del presbiterio, dietro l’altare. Il suo sguardo ci segue da qualsiasi punto lo guardiamo. Mi commuove, sembra dirmi: “Dove vai? Io sono sempre qui a cercarti, ti aspetto! Ho bisogno di te”.
Riprendiamo il viaggio verso Ragaly, e ripassiamo il confine con l’Ungheria. La chiesa riformata è chiusa, il paesino sembra deserto… dopo aver provato a parlare con un gruppo di ragazzini tramite Google traduttore, in un giardino troviamo una simpatica famiglia di Budapest, che si trova qui in vacanza dai nonni (mamma, papà e due bambini biondi). La moglie sa l’inglese e chiama il custode della chiesa (e cambia i nostri euro in fiorini per permetterci di fare un’offerta). Arriva un grosso signore a bordo di una carrozzina elettrica e ci apre la chiesa con un’enorme chiave. Fotografiamo la bella Veronica sotto l’arco trionfale e ripartiamo subito per la Slovacchia.
Prima di giungere a Čečejovce contattiamo Luckas Macak affinchè ci apra la chiesa di S. Janos (sbagliamo ancora chiesa perché c’è un’altra chiesa cattolica dedicata a san Giacomo). Gli affreschi trecenteschi sono molto belli. Anche qui il sudario della Veronica è all’apice del presbiterio. Luckas è un architetto e ci presenta la chiesa in modo piuttosto tecnico: ad esempio ci fa notare come la datazione al XIV sec. sia provata dalla somiglianza delle immagini con quelle delle miniature e dall’utilizzo del colore blu (ci parla di un importante iconografo slovacco, Ivan Gerath). Ci apre anche i locali attigui alla chiesa per permetterci di usare i bagni.
XIV
La prossima meta è Košice, bellissima cittadina, dove partecipiamo alla Messa prefestiva di Ferragosto delle 20:00 nella chiesa dei gesuiti, accoglienti e cordiali. La chiesa non era una delle nostre mete ma troviamo tre rappresentazioni del Volto Santo, oltre che la chiesa piena di famiglie e giovani per la Messa. All’uscita fatichiamo a trovare un locale dove mangiare, anche se ci troviamo sulla strada principale, perché qui mangiano tutti presto, noi ci siamo un po’ attardati a passeggiare e molti stanno già per chiudere. Alla fine ne troviamo uno con ottimi hamburger. Raggiungiamo in auto l’appartamento che abbiamo prenotato, a 10 minuti dal centro, in un sobborgo di campagna; è veramente molto bello e accogliente (tre camere, un bagno al primo piano e sotto un bel soggiorno con cucina e TV con Netflix). Varrebbe la pena portare le provviste per cena e colazione e starci una notte in più, ma avremmo dovuto aggiungere molti chilometri al nostro viaggio.






Lunedì, 15 agosto, festa dell’Assunta
Lasciamo l’appartamento, e torniamo in centro di Košice per visitare la cattedrale di Santa Elisabetta, la più grande della Slovacchia. Troviamo una lunghissima fila di gente in attesa di rendere omaggio al cardinal Tomko, morto l’8 agosto, di cui sono stati i funerali in San Pietro l’11 agosto. È commovente vedere l’affetto di tutto il popolo per il suo pastore.
La cattedrale è ricchissima di altari e di immagini. Fotografiamo le veroniche già note all’esterno e sull’altare di Sant’Anna, scopriamo una piccola santa Veronica nella pala dell’altare Mettercie. Fotografiamo i pannelli che raccontano la storia della veronica romana e un miracolo eucaristico avvenuto qui, testimoniato da una bolla papale del 1402. Secondo la tradizione durante la Messa, un sacerdote inavvertitamente versò il vino consacrato sulla tovaglia e sulla tela si delineò il volto di Cristo. Ciò diede inizio alla devozione del Santo Sangue e Košice divenne un luogo di pellegrinaggio. I pellegrini arrivavano numerosi anche dall’Ucraina.
1489
La piazza della cattedrale è molto bella, così come tutto il viale principale della cittadina, non grande ma accogliente. Nelle vie laterali vediamo molti edifici universitari. Ripartiamo e, attraversando una bella campagna, raggiungiamo verso le 11 Bardejov. La Basilica di S. Egidio è chiusa ma ci sono diverse persone in attesa. Dopo pochi minuti arrivano ad aprire. La chiesa, altissima, ha 11 altari gotici, di cui quattro presentano il Velo della Veronica sulla predella o nella pala. Qui, come in altre chiese che abbiamo visto in questi giorni, c’è esposta una teca di vetro con diverse reliquie, troviamo sempre quella di San Giovanni Paolo II.
Facciamo la spesa alla Lidl e ripartiamo attraverso le colline fermandoci a mangiare i nostri panini presso una chiesetta, vicino al cimitero. Il posto è carino ma pieno di vespe. Giunti a Stara Lobovna troviamo la chiesa di San Nicola chiusa per restauri e non è possibile farla aprire. Ripartiamo per la prossima tappa e lungo il viaggio, sulla destra, si delinea, in fondo ai campi verdi, la catena un po’ fiabesca dei monti Tatra. Grigio scuro, con profilo dolomitico… mi ricordano con nostalgia Giovanni Paolo II e le sue passeggiate con gli amici, con la famiglia della sua amica Wanda, prima di diventare vescovo e papa: per lui andare lì era proprio stare davanti al Signore. Per recuperare la delusione della chiesa trovata chiusa, facciamo sosta a Hniezdne, nella chiesa di San Bartolomeo, anch’essa chiusa, intravvediamo attraverso la grata due Volti Santi secondo un’iconografia, legata alla Trasfigurazione, che trovò molta fortuna dal Seicento.
1750 ca
Ripartiamo – oggi il programma prevede molte brevi tappe! – e arriviamo a Veľká Lomnica, alla chiesa di Szent Katalin, circondata da un giardino curatissimo; dopo alcune ricerche nel vicinato per farci aprire la chiesa (come il gommista di fronte che ci cerca su internet gli orari delle Messe), arriva il custode che abita nella casetta annessa alla chiesa. Ci apre e ci lascia fotografare, ma lo infastidiamo quando tentiamo di entrare in un locale dietro il presbiterio. Oltre alla Veronica già nota, sulla predella d’altare, scopriamo un Volto Santo più antico affrescato dietro al presbiterio e una chiave di volta.
1780
Ci spostiamo a Spišská Sobota, a soli sei km di distanza. La cittadina è ben tenuta, costruita attorno alla chiesa di san Giorgio, Kostol svätého Juraja, su una piccola collinetta. La chiesa, all’esterno è semplice e bianca come tante nella zona, ma dentro è ricchissima di ornamenti e conserva cinque pale d’altare. Ascoltiamo la Messa delle 18:00. In fondo alla chiesa c’è una rappresentazione settecentesca del sepolcro di Gesù, con un angelo che sostiene la veronica. Oltre a questa e alla veronica del polittico di S. Anna di cui sapevamo, Beppe ne individua una nella chiave di volta.
Proseguiamo per Poprad, hotel Tatramonti (pensavo fosse uno chalet di montagna e rimango un po’ delusa, siamo in piena pianura); la cittadina è piccola, ma il centro è carino; ceniamo sulla via principale in locale con cibo tipico Zvonica. Sul menu è riprodotta la Madonna di Poprad, che purtroppo non riusciamo a vedere neanche la mattina dopo perché la chiesa è chiusa per restauri. Troviamo notizie anche di un’altra chiesetta trecentesca tutta affrescata e la cerchiamo sperando di trovare una veronica, ma non riusciamo ad accedervi, solo ritornate a Milano scopriremo che c’era una veronica sostenuta dagli angeli di grandi dimensioni nel presbiterio che… ci aspetterà per il prossimo viaggio! Torniamo in albergo per collegarci al rosario per il caro Leo Aletti.
XIV






Martedì, 16 agosto
Ordiniamo la colazione all’hotel Tatramonti (ottima, se piace il salato! Col menu “toast” ne portano tre a testa, che conserviamo per il pranzo!). Partiamo e ci immergiamo in un bellissimo paesaggio campestre, punteggiato di pecore e capre, con all’orizzonte i monti Tatra. Siamo a pochissimi chilometri dalla Polonia. La nostra prima meta è Ponicki, un piccolo paese dove svetta su una collina la bianca chiesetta di St. Frantisek Serafinski. Sul retro della chiesa troviamo un giovane biondo al lavoro che si offre di aprirci la chiesa. Ci accorgiamo che sulla sua maglietta nera c’è la scritta “KAPUZINI”. È un frate – fra Tomas – e la casetta tra l’orto e galline è il suo convento. Fra Tomas sa qualcosina di italiano (è stato in Italia durante il noviziato, ed è stato anche a Manoppello!) comunichiamo con un misto di italiano, inglese e gesti. La chiesa è bellissima, tutta affrescata, con dipinti di fine 1330 inizio 1400. Il velo della Veronica è sulla sommità dell’arco trionfale, completamente affrescato con le scene della passione (molto bello il Noli me tangere!), un po’ giottesco, con le figure magre e allungate. Sulla destra è rappresentato il Volto Santo di Lucca con il violinista, una raffigurazione del Volto Santo è presente anche nella chiesetta affrescata della vicina Poprad. Ai piedi dell’arco c’è un’immagine del santo monaco libanese Charbel Makhluf. Recitiamo l’Angelus con fra Tomas, ci apre la clausura per rinfrescarci e poi ci racconta di loro: sono quattro frati con due postulanti e hanno un novizio in Italia, a Tortona.
XIV
Lo ringraziamo per l’accoglienza così familiare e a malincuore ripartiamo per l’abbazia di Garamszentbenedek a Hronsky Beňadik, dove è custodita una reliquia della Veronica. La struttura è molto imponente. Per entrare è obbligatorio seguire la visita guidata in slovacco insieme agli altri visitatori. In attesa della visita, gustiamo i nostri toast su una panchina sotto un albero davanti all’ingresso, unico problema le vespe che ci accompagnano per tutto il viaggio, di Stato in Stato! Stiamo ancora mangiando quando ci vengono a chiamare per la visita. La guida è una signora dallo stile militare, che ci lascia ben poca libertà di movimento. Sembriamo poco interessati ma noi non capiamo nulla di quello che dice per cui, mentre parla, ci spostiamo qua e là per fotografare. Vediamo la Veronica sostenuta dagli angeli sulla predella dell’altare di sinistra (per fotografarla Lella e Claudina spostano, cercando di non dar nell’occhio, i pesantissimi candelabri che la nascondevano. Raggiunta la cappella del Sacro Sangue, la guida apre il tabernacolo e possiamo pregare per una decina di minuti davanti al lembo del velo di santa Veronica.
1483
C’è un silenzio commosso. Sul pannello a destra dell’altare neogotico c’è una salita al Calvario con una Veronica. Riprendiamo la visita guidata al museo dell’abbazia; le porte da cui passiamo vengono man mano chiuse dietro di noi; nelle sale sono esposti antichi manoscritti e libri, oggetti e paramenti liturgici, reliquie e ricostruzioni con manichini che raccontano la vita monastica. In una sala Beppe individua e fotografa il velo della Veronica raffigurato in una Trinità. L’ultima sala ricostruisce la storia dell’umanità sottolineando i miglioramenti portati nella società dall’opera del monastero, che oggi è custodito dai Pallottini. All’uscita chiediamo dove si può bere un caffè e la signora del book-shop manda un frate ad aprirci il bar. Ce lo offrono con grande gentilezza anche se con tempi non propriamente “milanesi”.
Riprendiamo il viaggio e arriviamo, attraverso la campagna, a Nitra, per visitare la Bazilike svätého Emeráma, all’interno di un castello che svetta intorno alla pianura circostante. Lasciamo la macchina fuori dalle mura e saliamo a piedi sotto un sole caldissimo. Visitiamo la basilica gotica, ricchissima, e nella prima cappella entrando a destra vediamo il bellissimo affresco con gli angeli che sostengono il velo della Veronica riscoperto solo nel 2011.
fine XIV-inizio XV
In chiesa sono esposti i paramenti usati da papa Francesco durante la sua visita del 2021 e molte reliquie, tra cui Giovanni Paolo II e Carlo Acutis. Cerchiamo a lungo altre veroniche ma non ne troviamo, neanche nel museo diocesano che contiene il tesoro del Duomo. Sulle mura del castello stanno girando un documentario sulla Slovacchia e ci fotografiamo sul set.
Proseguiamo per Bratislava, altra città attraversata dal Danubio; dirigendoci subito alla Cattedrale di San Martino ma rimaniamo delusi: oltre a non trovare la Messa, non troviamo neanche la lunetta con il rilievo con la Veronica che avrebbe dovuto essere nella cappella di Sant’Anna; riguardando la foto in Veronica Route capiamo che è stata staccata e posta in un museo. Troviamo però, nell’altare della pietà un magnifico angelo con il Velo della Veronica d’inizio Novecento.
1911
All’esterno un rilievo molto rovinato sembrano parti del volto sul sudario ma le foto ingrandite rivelano che sono resti delle lettere JHS. Ceniamo in uno dei locali sulla via principale del centro, che cucina piatti tipici e acquistiamo souvenir. Pernottiamo in due appartamenti in centro, al Metropolitan Star, asettici ma pulitissimi e completi della macchinetta del caffè con una cialda a testa!





Mercoledì, 17 agosto
fine XV-inizio XVI
Partiamo da Bratislava per una lunga traversata verso la Slovenia. Nel primo tratto di strada, attraversiamo una zona lunghissima disseminata di pale eoliche. Sono veramente tantissime, il paesaggio ne risente, ma evidentemente la produzione di energia è notevole. Attraversiamo l’Austria e il paesaggio cambia un po’, diventa più simile alle nostre Alpi, pini e distese verdi. Pian piano saliamo e, dopo 300 km, una mezz’oretta prima di arrivare al confine, decidiamo di fermarci a mangiare in un paesino. Su indicazione di un gentile signore che parla inglese, ci fermiamo in un locale tutto di legno, un po’ tirolese, con vista su montagne e lago (in realtà un po’ paludoso e cosparso di ninfee); mangiamo al sole, molto bene, e i gestori sono molto gentili. Ripartiamo e saliamo con molti ripidi tornanti verso la frontiera Austria-Slovenia che si trova su un passo. Quindi iniziamo a scendere tra verdi vallate, in fondo alle quali si staglia una catena rocciosa dall’aspetto dolomitico. Arriviamo finalmente alla prima tappa della giornata Zgornje Jezersko e cerchiamo la chiesa di St. Oswald ma scopriamo che ce ne sono due con lo stesso nome. La prima cui arriviamo è quella parrocchiale, moderna, con la canonica sul retro. Il parroco non c’è, grazie alle informazioni al distributore proseguiamo sulla strada in direzione Kranj, dopo un paio di chilometri, raggiungiamo la chiesa che si trova su una collina tra gli animali di una fattoria, in una bella posizione panoramica. La chiesa è chiusa, suoniamo alla casa di fronte (dove al piano terra c’è un’insegna di una vendita di prodotti tipici), e dal balcone del primo piano si affaccia una rubiconda signora; è lei a tenere le chiavi della chiesa e viene volentieri ad aprirci. Fotografiamo la Veronica dietro l’altare e ammiriamo la chiesa.
Proseguiamo verso Kranj e ci fermiamo per la seconda tappa nel paese Berg ob Kokri. Nascosta tra le case, in una zona rurale, con legnaie e ancora tanti animali, c’è l’antica chiesetta di San Leonard. La chiesa è chiusa, il paese sembra deserto. Claudina e Chiara trovano una ragazza che parla inglese e le accompagna dal custode delle chiavi. Lui viene ad aprire e ci raggiunge anche la ragazza per tradurre. Le persone che incontriamo rimangono sempre colpite dalla nostra strana ricerca delle Veroniche. La chiesa è molto bella; la Veronica si trova nel presbiterio, tutto affrescato ad opera dei maestri friulani nel 1440 ca.. Ci colpisce il soffitto di legno tutto dipinto. Le immagini sono state riscoperte nel 1971; la tecnica di tempera su legno viene assimilata a quella istriana della seconda seconda metà del XV sec..
1400
Continuiamo il viaggio per i pochi chilometri che ci mancano per raggiungere Kranj, una cittadina molto piccola, circondata dalle montagne. Pensiamo di andare prima in albergo, visto che è presto per la Messa, ma scopriamo che l’hotel Bellevue è sulla sommità di una collina in mezzo alla città che si raggiunge con 10 minuti di tornanti! Da su il panorama è splendido, ma non possiamo tornare in centro a piedi. Andiamo a Messa nella chiesa di san Canziano. Purtroppo la pala che cerchiamo in cui la Veronica è un piccolo badge sul cappello di un pellegrino è stata ceduta a una galleria di Vienna. Troviamo però una Veronica come chiave di volta (molto colorata) nella navata di sinistra. Ci dicono che il panorama dal campanile sia bellissimo ma ormai è chiuso. Ceniamo in un locale vicino alla chiesa e torniamo al nostro albergo sulla collina.







Giovedì, 18 agosto
1425-1435
Mi alzo presto e, in attesa dei compagni di viaggio, mi metto a scrivere il diario sulla terrazza dell’hotel, godendomi il panorama. Il programma prevede di lasciare subito Kranj e fermarci a far colazione sulla strada. La nostra prima meta è la frazione Moste di Žirovnica, la Veronica è nella chiesa di San Martino che troviamo chiusa. I vicini dalla finestra ci rimandano al parroco che vive nella frazione di Zupnija Brezinca. Dopo qualche tentativo troviamo il giovanissimo padre Gasper nella casa parrocchiale dove vive, con un bel gatto, da soli 15 giorni. La sua parrocchia ha la cura di otto chiese, non trovando nessuno che ci possa aprire cambia i suoi programmi e ci accompagna lui. Porta con sé una grossa borsa di pelle, in stile medico condotto, che immagino contenga “cose da prete”. Arrivati alla chiesa, apre la sua borsa e ne estrae il mazzo di enormi chiavi, ci dice che sono delle “sue” chiese, e che non ha ancora avuto tempo di provare. Indovina la chiave di San Martino al primo colpo. Entriamo ed ammiriamo la bellissima Veronica. Facciamo una foto insieme e ci salutiamo dopo avergli raccontato della nostra ricerca e lasciato i contatti di Veronica route per segnalarci altre eventuali veroniche che trovasse nella sua parrocchia allargata.
Ripartiamo e, intorno alle 13, arriviamo a Martjanci, anche qui la chiesa che cerchiamo è dedicata a san Martino. Questa chiesa è sempre aperta! Fotografiamo la Veronica di Jànos Aquila, purtroppo molto rovinata.
Dato che la chiesa è vuota, decidiamo di cantare davanti al Volto Santo il canone che abbiamo preparato nei lunghi viaggi in macchina su un testo di santa Teresina. Lo abbiamo imparato a Manoppello, ma la Chiara e la Claudina hanno creato due nuove voci rendendolo polifonico. Siamo fieri, ma soprattutto desiderosi di quello che chiediamo:
O Volto santo di Gesù, bellezza che m’hai rapito il cuore,
imprimiti in me,
sì che guardando me, Tu possa contemplare Te.
All’aperto, guidati dalla Claudina, registriamo un video per gli amici. Ci segnalano un self service nelle vicinanze e pranziamo lì prima di proseguire verso l’ultima Veronica! La meta è la chiesa di Velemer – Árpád-kori templom – che è all’interno di un parco nazionale. Anche questa chiesa è affrescata da Jànos Aquila, ed è bellissima. È custodita da alcune vecchie signore che arrivano in macchina e se ne vanno alle 16, dopo la chiusura.
1377-78
Proseguiamo e raggiungiamo Székesfehérvár, che troviamo addobbata e piena di bancarelle per la vicina festa di Santo Stefano Re d’Ungheria. È la città dove venivano incoronati i re ungheresi. Ceniamo all’aperto e compriamo gli ultimi regali alle bancarelle. Intanto, nella piazza davanti al nostro bellissimo hotel, in molti seguono sul maxi schermo la partita della loro nazionale .







Venerdì, 19 agosto
La mattina ci presentiamo in chiesa per la Messa ma scopriamo che gli ungheresi scrivono le ore in modo diverso da noi. Il cartello riportava “un quarto otto” (1/4 8) che per noi significava 7:45 o forse 8:15… ma per loro significa 7:15! Il padre cistercense stupito dalla nostra ignoranza quasi ci prende in giro. Per riguadagnare la sua stima gli diciamo che conosciamo padre Mauro Lepori (attuale abate generale dell’Ordine Cistercense) e che ci ha predicato per noi nel mese di maggio.
Tornati in albergo, facciamo un’ottima ultima colazione (e ne avanza per il pranzo); poi ci sistemiamo in una saletta e riguardiamo tutte le foto scattate per ricostruire il viaggio. Partiamo verso Budapest; restituiamo la macchina e la navetta ci riporta in aeroporto. Facciamo il check-in e mangiamo aspettando l’aereo che parte con più di un’ora di ritardo. A Orio al Serio ci accoglie un bellissimo arcobaleno! Un bel regalo di Chi abbiamo cercato e ci ha accompagnato in tutto questo viaggio.


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