Il progetto, avviato nel 2022 in vista del Giubileo del 2025, si rivolge ai giovani delle scuole superiori quali protagonisti del futuro dell’Europa, proponendo loro la riscoperta del patrimonio artistico e culturale europeo nella sua relazione con la storia con particolare riferimento alle antiche vie di pellegrinaggio.
Il progetto prevede una presentazione in classe storico/artistica dei pellegrinaggi medievali e della veronica romana, il sudario di Cristo conservato a Roma la cui vista era meta e premio dei pellegrini, e un percorso lungo le antiche vie europee alla ricerca delle riproduzioni della Veronica romana, sia già censite in Veronica Route sia nuove. Delle opere rintracciate viene richiesta la documentazione fotografica e di redigerne le schede storico-artistiche per il sito Veronica Route. I giovani sono anche invitati a raccontare il viaggio e gli incontri sulle pagine social dell’Associazione.
Veronicaroute2025 intende riscoprire e valorizzare le opere d’arte rappresentati la veronica che gravitano sulle principali vie percorse dai pellegrini con lo scopo di indagare sul legame tra le vie e le riproduzioni della Veronica e di verificare se le vie di pellegrinaggio siano un veicolo di trasmissione delle varianti della vera icona.

VERSO IL GIUBILEO 2025
La ricerca delle veroniche lungo le vie di pellegrinaggio
Scopo trasversale del viaggio è rendere più consapevoli i giovani della propria appartenenza a una cultura comune europea e dar loro l’occasione di approfondirne la conoscenza anche introducendoli all’esperienza degli uomini che per secoli, prima di loro, hanno camminato lungo le vie di pellegrinaggio. Si tratta quindi di un percorso di conoscenza immerso nella dimensione storica e spirituale e in accordo con le forme di ecoturismo che consente uno stretto contatto con la natura e le bellezze dei territori rurali.
Il percorrere a piedi una via di pellegrinaggio ha il valore aggiunto di incoraggiare i ragazzi al movimento e di riappropriarsi della strada come luogo di scambi e di incontri. Il cammino, inoltre, favorisce l’osservazione, ogni luogo lascia infatti un ricordo vivido anche a distanza di anni, e stabilisce un nuovo rapporto col tempo e con se stessi.
Il piacere di camminare a lungo deriva dal fatto che si tratta di un atto naturale, che appartiene al nostro patrimonio genetico. L’Homo sapiens, comparso circa trecentomila anni fa, era camminatore perché cacciatore e raccoglitore. Poi, nel Neolitico, circa dodicimila anni fa, è diventato stanziale perché dedito principalmente all’agricoltura e all’allevamento. Dunque l’uomo è stato stanziale per meno del 5 per cento della sua storia. Credo che questo dato rappresenti una spiegazione in termini evoluzionistici del richiamo che il camminare esercita su di noi (vincendo quel poco di “pigrizia” che il 5 per cento di “uomo neolitico” ci conferisce). L’esperienza del camminare a lungo, se interiorizzata, è utile: il cammino è un’esperienza di bellezza, e la bellezza è il miglior antidoto alla sofferenza e al disagio. (Alberto Viti, viaggiatori.com)











