devo ammettere che quest’esperienza di quasi otto giorni in giro per l’Austria si è rivelata veramente molto bella e anche indimenticabile; onestamente quando lei e Giulia mi avete proposto di partecipare a questa iniziativa, ho risposto di sì solo per curiosità di vivere un’esperienza del genere, e poi perché Giulia mi avrebbe uccisa se avessi risposto in modo negativo :). Ma ora guardandomi alle spalle ricompierei cento volte la medesima scelta. Nel corso dell’estate ci siano stati momenti di ripensamento, e per questo la voglio ringraziare per la sua disponibilità, soprattutto per la chiamata che abbiamo fatto ad inizio agosto, in cui le parlavo della mia situazione, a causa della mia caviglia; mi creda se le dico che le sue parole apprensive mi hanno dato una sicurezza in più nel venire.
É stata un’esperienza con la E maiuscola, all’inizio avevo timore che essendo solo tre ragazze e due professoresse, tra di noi si creasse un clima rigido e freddo, in cui non si potesse scherzare o parlare liberamente, esprimendo ciascuna le proprie opinioni, ma il mio timore è stato subito smentito. Mi aspettavo di trovare un rapporto professore-studente come quello che vige a scuola, ma invece ho trovato un clima molto diverso, più accogliente, libero e senza preoccupazioni.
Per quanto riguarda il principale motivo del viaggio ovvero lo sperimentarsi col tedesco, e lo scoprire nuove Veroniche, devo ammettere che non sono rimasta affatto delusa; sì, è vero, spesso non mi sono buttata in mezzo, ma ho apprezzato tutte quelle volte in cui voi professoresse avete riposto la vostra fiducia in noi, per cercare informazioni o chiavi, tranquillizzandoci qualora il nostro tedesco non fosse proprio perfetto, perché l’importante era non aver paura di tentare. Negli ultimi giorni sotto suo consiglio mi sono concentrata di più su ciò che incontravamo per il nostro cammino, e non è stato affatto male, dato che ho scoperto due veroniche!!
Ma oltre a questo, ho trovato molto interessante soffermarmi sui particolari; spesso mi fermavo ad osservare non lo sguardo della veronica, ma bensì lo sguardo di chi come me lo stava osservando in quel momento. Perché attirava di più la mia attenzione guardare come voi tutte reagiste a quei numerosi incontri, che soffermarmi su come reagissi io. Difatti sono dispiaciuta che le mie foto non siano state caricate a dovere… Perché spesso preferivo fare le foto dal vostro punto di vista, per provare ad immedesimarmi nel vostro di sguardo.





Parlando invece dell’esperimento che ci ha proposto (soul gazing); l’ho fatto con la mia migliore amica. Al concludersi dell’esperimento ho notato che è vero, il livello di amicizia che le avevo assegnato dopo averla osservata negli occhi per diversi minuti, è cresciuto.
Il perché l’ho interpretato a modo mio. Credo che quando si osservi una persona con cui si ha un rapporto molto stretto, il bene che le si vuole ci ritorna alla mente ogni secondo di più che la guardiamo negli occhi; ogni secondo di più in cui il nostro sguardo si fonde col suo ci rammenta con più forza chi sia quella persona per noi, e credo ci ricordi anche quanto ci farebbe male perderla.
Alla fine di questo mio piccolo scritto ci tenevo a ringraziarla di cuore per tutta la pazienza e l’apprensione avuta nei miei confronti, sia durante la nostra avventura che dopo. 🙂
Non mi pentirò mai di aver compiuto questa scelta!
Luisa de le.treveroniche
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