La Veronica nella città di Alessano

La ricerca di Federico Carluccio, studente del Liceo Stampacchia, che ha frequentato il corso: "Alla scoperta delle nostre origini e delle nostre tradizioni. Le vie di Leuca tra arte e cultura".

La città di Alessano fu diocesi dal terzo decennio del 1300 fino al 27 giugno del 1818, data in cui Papa Pio VII emanò la bolla De utiliori, la quale sanciva l’aggregazione alla sede vescovile di Ugento-Santa Maria di Leuca, rivedendo l’organizzazione ecclesiastica del Regno delle due Sicilie in seguito al concordato con Ferdinando I di Borbone.

L’antica cattedrale (risalente alla seconda metà del ‘700) consta tutt’ora di due opere d’arte in cui è rappresentata la Veronica tenente il panno con impresso il Volto di Cristo. Si tratta di uno stemma datato 1682, presente all’interno della corte vescovile, e di una tela seicentesca conservata oggi nella cappella dedicata a San Raffaele, edificata a sinistra dell’altare maggiore. Di seguito verranno riportate le schede tecniche delle due opere, dove saranno presentate le caratteristiche iconografiche e storiche delle medesime.

Dati Tecnici

Anonimo, stemma araldico della famiglia Tontoli sormontato dalla Veronica tenente il Volto Santo, bassorilievo, pietra calcarea,1682, corte vescovile della Chiesa collegiata del S.S Salvatore, Alessano, Italia.

Storia

L’opera è stata commissionata nell’anno 1682 dal vescovo Andrea Tontoli, originario di Manfredonia. Notizie sulla storia di questo stemma, sono oggi contenute nell’Archivio Apostolico Vaticano. In esso sono depositate quasi tutte le relazioni redatte per la visita “ad limina Apostolorum Petri et Pauli” che i vescovi facevano personalmente o per “procuratorem”, ogni triennio. Gli atti vanno dal 1590 al 1794 e contengono numerose notizie riguardanti, non soltanto l’organizzazione ecclesiastica della diocesi e la vita religiosa delle parrocchie, ma anche la situazione sociale delle popolazioni.

Negli ultimi decenni del suo agitato governo, il vescovo Tontoli (1667-1695) intraprese varie opere. Ornò dapprima il grande coro con pitture degli evangelisti in alto ed intorno con quelle dei misteri della resurrezione; decorò convenientemente la cattedra episcopale ed acquistò vari parati preziosi ed un paliotto che, al dire del vescovo stesso, costituiva una novità per la chiesa alessanese. Qualche anno dopo, fece ornare il pulpito, l’altare maggiore e la corte vescovile, ove fu realizzato lo stemma che, probabilmente, doveva celebrare il nobile lignaggio dell’alto prelato. Tale stemma, infatti, rappresenta proprio il blasone araldico dei Tontoli di Manfredonia; è infatti presente nella cittadina pugliese, nella chiesa di San Benedetto, una pala raffigurante Santa Lucia; posto in basso a sinistra vi è uno stemma che presenta le caratteristiche peculiari delle quattro capesante e della Veronica.

Iconografia

Lo stemma è costituito da uno scudo sagomato, inquadrato al suo interno da due fasce disposte a croce greca, le quali formano quattro partizioni. In ciascuna partizione è contenuta una capasanta, simbolo dei pellegrinaggi di Santiago de Compostela. All’estremità superiore dello scudo è collocata la Veronica nell’atto di mostrare all’osservatore il panno con impresso il Volto Santo; quest’ultimo risente evidentemente di una contaminazione ideologico-escatologica da parte dell’Ordine Francescano, che riteneva che il Velo non fosse stato “donato” da Cristo all’emorroissa dei Vangeli bensì che fosse stata la stessa donna, durante il Calvario, a soccorrere il Redentore, asciugandogli il Volto sanguinate con un panno di lino; da qui i segni della Passione, compresa la Corona di spine, dettaglio presente nell’iconografia globale dalla fine del Quattrocento. La composizione è infine sormontata dal saturno vescovile, simbolo del vescovo e testimonianza del prestigio del luogo ove lo stemma è ubicato.

Dati Tecnici

Anonimo (scuola napoletana), Salita al Calvario con Maria e la Veronica, olio su tela, XVII secolo, Chiesa collegiata del S.S Salvatore, Alessano, Italia.

Iconografia

La scena, ricca di pathos, rappresenta la sofferenza di Cristo sulla via del Calvario, fotografando il momento in cui Santa Veronica, scossa dal dolore del suo Signore, mostra il panno di lino con impresso il Volto Santo; anche in questo caso tutti gli attributi iconografici del ritratto rimandano alla contaminazione ideologico-escatologica francescana. Particolare è inoltre la realizzazione del velo, che segue la tendenza fiamminga, la quale, a partire dal XV secolo, aveva iniziato a rappresentare il Sudario come un impalpabile velo immacolato segnando un punto di rottura netta con la tradizione orientale.