di Giovanna Quarello
Martedì 15 aprile si è svolta alla scuola La Traccia di Bevera (Castello di Brianza – LC) la presentazione della mostra Il Volto ritrovato, ripensata per un gruppo piuttosto numeroso di ragazze e ragazzi dalla prima alla terza media, a conclusione dell’ultima mattinata di scuola prima delle vacanze di Pasqua. Il giorno seguente tutta la scolaresca avrebbe partecipato alla Via Crucis a Santa Maria Hoè, dove nella piccola chiesa di Santa Veronica c’è il più antico affresco giunto a noi che rappresenta santa Veronica col velo (1280 circa), affresco in verità poco conosciuto anche dagli abitanti della zona. Da qui l’idea del Preside, Paolo Amelio, di portare i ragazzi a una comprensione più profonda del tesoro presente nelle loro terre e della grande storia di cui esso fa parte.
Nei ragazzi c’è attesa e curiosità, immediatamente percebili, che mettono a proprio agio nell’iniziare il racconto.
Di fronte all’immagine di Chagall, che rappresenta il desiderio degli uomini di tutti i tempi, e in particolare del popolo ebraico, di vedere il volto di Dio, i ragazzi rimangono in silenzio e alla domanda: “Forse anche voi qualche volta vi siete chiesti: chissà che faccia ha Dio, dove sta, cosa fa…”, diversi annuiscono pensosi.
Tre storie e il loro intreccio vengono presentate, accompagnate dalle immagini: quella del re Abgar, che desidera vedere il volto di Gesù e riceve da lui il panno con la misteriosa immagine acheropita; quella di Veronica, che sulla via del Calvario realizza un atto di tenerezza e consolazione nei confronti del suo Signore e riceve il dono di quel volto che tanti pellegrini andranno poi a venerare a Roma; infine il velo di Manoppello.
I ragazzi rimangono ancora in silenzio di fronte al filmato che presenta lo scambio di sguardi, intensissimo, tra Benedetto XVI, pellegrino a Manoppello, e il Santo Volto.
Sanno anche riconoscere i tratti di Gesù, che si ripresentano nelle varie raffigurazioni del Mandylion, della Veronica, e in quel velo misterioso, sono loro stessi a identificarli e indicarli ai compagni.
Con mia commozione, concludo ricordando il senso di questo dono: Gesù ha voluto consolarci lasciandoci il suo stesso volto e ci chiede di consolarlo, contemplandolo e amandolo.
“Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo”: quanta vibrazione già nel cuore di quei giovanissimi ascoltatori!