È finalmente uscito il volume sulla Relatione Historica di Donato da Bomba, di seguito la presentazione pubblicata su Il Volto Santo di Manoppello, n.2 2016.
L’incoraggiamento di Benedetto XVI
All’origine del volume c’è il gruppetto di studiosi di diversi ambiti di ricerca che curò la mostra “Il Volto Ritrovato” con l’intento di far conoscere le antiche acheropite di Cristo e presentare il Velo di Manoppello. La mostra fu dedicata a Benedetto XVI, che aveva richiamato la nostra attenzione sul Volto Santo visitando il Santuario nel 2006, e a cui, in segno di gratitudine venne inviato il catalogo.
Benedetto XVI apprezzò il nostro studio e, in particolare, ci scrisse: «Cercare il volto di Dio è un motivo fondamentale della spiritualità dell’Antico Testamento e in forma nuova nel Nuovo Testamento, dove Dio nel suo figlio Gesù Cristo ci ha mostrato realmente il suo volto. Perciò trovo importante la ricerca sulle acheropite e sono grato per la ricchezza di documentazione che offre». Queste sue parole ci convinsero a proseguire lo studio, consapevoli che se il Velo è in questi anni divenuto meta di pellegrinaggi da tutti i continenti e oggetto di numerosi interventi sui media, rimane ancora pressoché inesplorato dal mondo scientifico.
È parso subito importante lavorare sia sul fronte filologico sia su quello storico.
La ricerca filologica
Durante gli studi per la mostra avevamo scoperto che la Relatione historica del teologo e predicatore cappuccino Donato da Bomba († 1649), l’unico documento che narra l’arrivo del Velo agli inizi del Cinquecento e ne racconta la storia sino alla donazione ai Cappuccini avvenuta nel 1638, era in parte sconosciuta. Nelle pagine inedite, con nostra sorpresa, Donato da Bomba traccia la storia delle antiche immagini acheropite creando da subito una strettissima relazione tra queste e il Velo di Manoppello.
Decidemmo quindi di pubblicare la Relatione. Essendo irreperibile l’originale autografo di Donato da Bomba, risolvemmo di trascrivere e confrontare tra loro le copie secentesche della Relatione a noi pervenute. Durante questa fase, diretta da Michele Colombo, vennero scoperte altre due copie della Relatione, conformi a quelle note. Inoltre, nella copia settecentesca rinvenuta a Napoli si possono leggere aggiunte sulla devozione al Velo che si andava formando e su nuovi eventi prodigiosi ad esso legati.
La ricerca storica
Donato da Bomba afferma d’essersi documentato “con grandissima diligenza et fatiga”: la Relatione, infatti, viene stilata per certificare l’autenticità e la prodigiosità dell’immagine e verrà letta al cospetto di tutta la comunità cittadina, capeggiata dal luogotenente Giovan Francesco Lando, proprio al fine di confermare e sottoscrivere la veridicità di quanto in essa contenuto e dunque di quanto conosciuto circa la provenienza del Velo. L’atto su pergamena che ne attesta la lettura firmata da 16 testimoni e l’alto numero di copie redatte della Relatione documenta l’importanza che le venne attribuita. Eppure è oggi diffuso tra gli studiosi un certo scetticismo sulla storicità del suo contenuto.
Uno dei fattori che rende fragile la vicenda storica del Velo è, in effetti, la mancanza degli estremi biografici dei personaggi implicati, a partire dal primo proprietario Giacomo Antonio Leonelli che lo ricevette nel 1506, assenza che è imputabile alla mancanza dei registri parrocchiali, resi obbligatori solo con il Concilio di Trento nel secondo Cinquecento. Si è così deciso di avviare un’indagine storica, coordinata da Maria Cristina Terzaghi in stretta collaborazione con i Cappuccini, con l’intento di ricostruire la storia del Velo e dei personaggi che con esso entrarono in contatto.
L’indagine archivistica compiuta su fonti di prima mano ha confermato, come si evince dagli ampi riferimenti riportati nel nostro volume, che tutti i personaggi della vicenda sono storicamente esistiti a Manoppello tra Cinque e Seicento, un bel risultato che certamente può portare a nuovi sviluppi. La Relatione, pur contenendo elementi tipici delle narrazioni agiografiche, ha dunque un valore storico sia riguardo ai protagonisti sia riguardo alla cronologia dei fatti narrati per lo meno dalla metà del XVI secolo al 1640 circa.
Un lavoro corale
La nostra edizione della Relatione appare come un piccolo volume ma è frutto dell’impegno di un numeroso gruppo di persone. Gruppo formato non solo da chi ha partecipato direttamente all’edizione del volume (curatori, storici, trascrittori, fotografi e correttori) ma anche da chi, prima di noi, ha dedicato tempo ed energie al Velo di Manoppello, elaborando materiali che si sono rivelati preziosi soprattutto per la stesura dell’apparato di note del volume.
Il nostro gruppo di ricerca è stato consigliato e guidato dalla professoressa Paola Vismara, punto di riferimento scientifico internazionale per la Storia del Cristianesimo e della Chiesa. Lei stessa ha iniziato i lavori per la presente edizione, proseguiti e completati, dopo l’improvvisa scomparsa della cara professoressa, da Emanuele Colombo. A lei pertanto è dedicata la Relatione historica d’una miracolosa imagine del volto di Christo.
Raffaella Zardoni
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